PAESE CHE VAI
Il motore del viaggio è la curiosità.
Non è solo quella che ci porta a passare intere giornate in libreria alla ricerca della guida perfetta o le domeniche pomeriggio a seguire programmi di viaggio in TV. È quel pizzico in fondo allo stomaco, quel brivido lungo la schiena, quel luccichio che inonda gli occhi, quel sorriso timido che spunta all’improvviso, quell’attimo che fa sobbalzare ed eccola lì che scatta, che smuove qualcosa nel profondo e quando arriva non puoi nasconderla. È la molla che fa scattare il viaggio. A volte è un’immagine, un racconto o una poesia, altre un colore, un odore o un profumo, qualcosa che ci tocca dentro e scatena in noi la voglia di approfondire e scoprire posti nuovi.
Nell’attesa di tornare a viaggiare di nuovo, lasciamoci trasportare dalla curiosità, alleata di nuove scoperte e di nuove consapevolezze, che arricchiscono la nostra vita ogni giorno.
Ed è proprio la curiosità che ci porta in viaggio oggi: avete mai sentito parlare del Paese degli Orologi? Noi quando ci siamo stati per la prima volta, non credevamo potesse esistere un borgo così singolare.
In una valle, che unisce le montagne della Carnia a quelle del Cadore, si cela un insolito borgo. Lungo le strette viuzze, in mezzo alle sue case tradizionali, costruite interamente di pietra, con tetti spioventi ripidissimi e ricoperti da fitte scandole di legno, spuntano con gran sorpresa dei bizzarri orologi. Il loro ticchettio scandisce i secondi che attraversano il paese ed in lontananza si sente risuonare una melodia. È il carillon di fronte alla chiesa: composto da undici campane, suona un antico canto dedicato alla Madonna. Ma non solo carillon e calendari perpetui, passeggiando per il paesello s’incontrano meridiane, orologi ad acqua, scacchiere, pianeti e planisferi. Sembra di passeggiare fuori dal tempo e dallo spazio. L’esplorazione continua, come una poesia tra i vicoli della valle del tempo, alla ricerca di tutti e quindici gli stravaganti orologi monumentali. Attorniati da innumerevoli strumenti che contano il tempo, non abbiamo sentito nemmeno per un attimo il bisogno di sapere che ore fossero, talmente eravamo immersi nello stupore e nella gioia della scoperta.